Ciao a tutti oggi scopriamo insieme una terrazza su Firenze ricca di storia e arte. Non ci troviamo al piazzale Michelangelo ma la Badia Fiesolana. La badia di San Bartolomeo nota come badia fiesolana è sede dell’Istituto Europeo. La sua destinazione è il seguito del progetto di Cosimo il Vecchio de’ Medici che voleva rendere questo luogo il centro della cultura. La storia di questo luogo è legata ad una leggenda. La sua origine risale al primo secolo quando il vescovo di Fiesole era San Romolo. La sua fondazione sembra sia legata ad una lugubre storia di martiri e di conversioni.  In quel tempo nella zona si stava diffondendo il cristianesimo. Molti religiosi furono decapitati e i loro resti furono gettati in un pozzo che si trovava all’interno di una cappella che fu distrutta nell’ottocento. La Badia fu sede vescovile di Fiesole fino all’undicesimo secolo. Quando iniziarono gli scontri con Firenze , essendo l’edificio fuori dalle mura della città fu facilmente conquistata. Il vescovo di Fiesole fu costretto a costruire una nuova chiesa all’interno delle cerchia murarie.

La Badia fu totalmente abbandonata, in seguito fu utilizzata dall’ordine dei Camaldolesi e successivamente dai Benedettini. I frati Benedettini erano solo pochi monaci ed incrementarono molto il suo stato di abbandono. Nel quindicesimo secolo il papa Eugenio quarto, nel suo intento di unire le chiese di Oriente e di Occidente, organizzò all’interno della Badia una tappa del concilio. La Badia fu sede dell’ordine agostiniano, la strada su cui si trova è chiamata “dei Roccettini”, dall’antico nome di questi monaci. Grazie a Cosimo il Vecchio la chiesa fu restaurata. Egli si dedicò a grandi opere per due motivi, il primo per espiare il peccato di usura ed il secondo perché Leon Battista Alberti sosteneva che utilizzare il proprio patrimonio per opere pubbliche portava fama alla famiglia. Alla morte di Cosimo i lavori furono finiti dal figlio Piero, furono poi interrotti e la facciata rimase incompiuta. Della struttura furono utilizzati molte parti antiche. Il monastero venne inclinato rispetto alla chiesa in modo da non distruggerla. Ai Medici non piaceva molto questo luogo solo papa Leone X decise di ricevere la sua investitura all’interno di questo edificio. Nel 1550 iniziò la decadenza del complesso. Qui nel 1516 Giuliano dei Medici duca di Nemours nipote di Cosimo abitò e morì in questo luogo. Nel 1520 la struttura fu adibita ad ospedale per la cura della sifilide, malattia molto diffusa al tempo. Nel 1529 fu un quartiere militare. Inoltre vi fu anche il colto abate Matteo Bosio veronese, che seppe conquistarsi la stima e l’amicizia di Lorenzo il Magnifico, del Poliziano, e di altri importanti letterati del tempo. Nel chiostro si raccolsero anche Pico della Mirandola, Benedetto Varchi, Scipione Ammirato. Qui ebbe i primordi la più antica accademia agraria su sollecitazione dell’abate Ubaldo Montelatici, primo presidente dei Georgofili. Nel 1778 l’abbazia fu soppressa e i libri della biblioteca furono divisi fra due biblioteche fiorentine: la Magliabechiana e la Laurenziana. Le stanze furono utilizzate come villa per gli arcivescovi fiorentini. Nel 1812 l’occupazione napoleonica segnò la fine della Badia Fiesolana come luogo di culto. La chiesa fu spogliata dei suoi arredi. Ferdinando III di Lorena restituì i luoghi alle proprietà ecclesiastiche che però diedero in affitto a privati le stanze. Nel 1861 la Badia tornò possesso del capitolo di Fiesole, il quale a sua volta lo cedette ai padri scolopi, che vi installarono un collegio. A tal fine dovettero operare importanti restauri.  In questi anniper facilitare l’accesso al piazzale antistante la chiesa fu distrutta la cappella di San Romolo. Nel 1996 il complesso è stato usato dall’Istituto Europeo che ha apportato nuove modifiche agli ambienti. Dalla terrazza antistante la Badia di gode uno splendido panorama delle colline e dalla città di Firenze. La facciata è un stile romanico fiorentino e somiglia molto alla chiesa di San Miniato a Monte, che come questa sorge su un colle.