Ciao a tutti proseguiamo con la scoperta della storia di questa città

A partire dal 1093 il comune lottò con i comuni vicini per ampliare e difendere il proprio territorio. Le guerre furono numerose e spesso vittoriose come quella  per il possesso di Tortona o quella che segnò invece una sconfitta nei pressi di Bressanoro  In questo periodo la città ebbe forti divisioni interne fra la parte di città legata ai ghibellini, città vecchia, e quella legata a guelfi, città nuova. Il conflitto giunse al punto di creare due palazzi comunali. Con la discesa di Federico Barbarossa la città si alleò all’imperatore che appoggiò Cremona contro la rivolta di Crema aiutata dai milanesi nella rivendicazione d’indipendenza. La vittoria e la fedeltà all’impero permise al comune di coniare moneta e quindi di creare una propria zecca autorizzata da una bolla imperiale. Nel 1160 Cremona riconquistò Crema e, appoggiando l’imperatore, diede l’assalto a Milano distruggendola. Nel 11676  la città si schierò con gli altri comuni italiani contro l’impero, entrando a far parte della Lega Lombarda che il 29 maggio 1176 sconfisse le truppe imperiali . L’unione durò poco e le città tornarono a scontrarsi. Nel 1232 iniziò il legame tra Cremona e l’imperatore Federico II chiamato in causa in una disputa di potere interno alla città. Nel 1225 Federico II di Svevia convocata nella città la  Dieta di Cremona che segnò la nascita della seconda Lega Lombarda.

Il 1º novembre 1266  Oberto II Pallavicino venne cacciato dalla città e con lui cadde il governo ghibellino. Al suo posto prese il potere un altro ghibellino, che lo cedette al Consorzio di Pace e Fede, che lo gestì sino al 31 dicembre 1270. L’anno seguente fu istituita la figura del Capitano del Popolo  che assunse, per parte guelfa, i poteri comunali. Nel 1276 Cremona passò alla signoria del marchese Cavalcabò. Nel 1305 suo figlio Guglielmo ereditò i suoi poteri. In questo periodo furono eseguite numerose opere edilizie: la cella campanaria del Torrazzo  e la sua ghirlanda ottagonale con cuspide, la chiesa romanica di S. Francesco. Sempre allo stesso periodo datano numerose sistemazioni agrarie tra le quali la realizzazione di canali irrigui nel territorio agricolo. A partire dal 1311 la signoria dei Cavalcabò si alternò con signori esterni alle famiglie cremonesi di partito guelfo. Con la fine della signoria di  Cavalcabò,  il 29 novembre1322 entrò in scena un’altra famiglia lombarda: i Visconti , con Giancaleazzo che influenzeranno la storia della città per centocinquanta anni. La città fu retta dai Visconti in alternanza con importanti figure politiche del panorama europeo del tempo. Nel 1403 vi fu la riconquista della signoria da parte della famiglia Cavalcabò, che non durò a lungo. Il 25 luglio del 1406 Fondulo capitano delle truppe di  uccise con un inganno i maschi della famiglia Cavalcabò, assumendo la signoria della città. Impossibilitato a gestire il potere si ritirò in cambio di 40.000 fiorini d’oro pagati dalla famiglia Visconti. Nel 1420 la signoria passò a Filippo Maria Visconti che la rese ereditaria. Cremona con questo atto entrò nel Ducato di Milano e ne seguì le sorti sino all’unita d’Italia. Sotto i Visconti prima e gli Sforza poi Cremona ebbe un intenso sviluppo culturale e religioso. Nel 1411 Palazzo Cittanova divenne sede dell’Università dei Mercanti. Nel giugno del 1431 presso la città la flotta del ducato di Milano si scontrò con quella veneziana, che intendeva conquistare Cremona. La battaglia fu  cruenta e terminò con la vittoria delle navi  dei Visconti. Nel 1411 la città fu scelta per celebrare le nozze tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti . Si racconta che nel banchetto nuziale sia stato servito per la prima volta il torrone, che è ora uno dei prodotti più noti di Cremona. Anche Ludovico il Moro finanziò importanti opere cittadine per la cattedrale, come il sopralzo del frontone e la realizzazione del porticato, il rivestimento parziale in marmo del battistero, il rifacimento della facciata del Palazzo Comunale. Con la guerra tra Ludovico il Moro e la Francia  Cremona passò  per un breve periodo sotto la Repubblica di Venezia dal 1499 al 1509. La vittoria della lega  riportò Cremona al Ducato di Milano, retto dai francesi di Luigi XII nel maggio del 1509. Le alterne vicende che vedono opporsi Spagna, Francia, Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, hanno termine con il Trattati di Noyon nel 1516 che portò l’esilio del duca di Milano. La conquista della città ad opera degli spagnoli avvenne  con la presa del Castello. La sconfitta finale francese e l’espulsione delle truppe dal Ducato di Milano sono sancite  con trattato di Madrid. Contro gli Asburgo la Repubblica di Venezia,   mosse  le proprie truppe, alla riconquista di Cremona.  La sconfitta di Giovanni dalle Bande Nere  aprì la strada che portò i lanzichenecchi a saccheggiare Roma. Nel 1546 il ducato passa a Filippo II, re di Spagna e futuro erede del titolo imperiale; inizia per Cremona  un lungo periodo di dominazione che tenderà a sottrarre risorse senza reinvestire nelle opere infrastrutturali e produttive del territorio. Le opere artistiche continueranno ad essere commissionate per gli edifici religiosi e per i palazzi della nuova aristocrazia spagnola e della vecchia aristocrazia cremonese. Alla fine del Seicento l’incapacità spagnola nella gestione del territorio dopo la carestia  e la peste unita all’interesse della casata d’Austria per l’Italia settentrionale, portò prima alla conquista francese il 9 febbraio 1701, poi a quella austriaca del 10 aprile 1707.  Tra le due guerre mondiali, il fascismo cremonese fu legato al nome di Roberto Farinacci.  Poiché Farinacci rappresentò anche il punto di riferimento nazionale dell’ala rivoluzionaria che per tutto il ventennio si intrecciò con la vicenda politica di Benito Mussolini  fatta di scontri ripetuti e violenti con  gerarchi e con il capo del governo, la storia di Cremona dal 1922 al 1943 risentì di questa esposizione alle dinamiche nazionali. Nel 1946 al referendum istituzionale la repubblica ottenne il 70,2 %.