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Ma chi erano le famiglie che dominarono questo Ducato?. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la città di Mantova venne invasa da Bizantini, Longobardi e Franchi. Nel 1200 la città divenne possedimento di Bonifacio di Canossa, marchese di Toscana. L’ultimo regnante di questa famiglia fu Matilde di Canossa  (morta nel 1115), che secondo una leggenda, ordinò la costruzione della preziosa rotonda di San Lorenzo che rappresenta uno dei più antichi edifici religiosi che si trova nel centro cittadino. Dopo la morte di Matilde, Mantova divenne un libero comune e si difese strenuamente contro l’imperatore germanico. Durante la lotta per le investiture con questo termine si fa riferimento allo scontro tra papato e Sacro Romano per il diritto di nominare cioè investire, gli alti ecclesiastici e il papa stesso,  Pinamonte Bonacolsi colse l’occasione per prendere il potere personalmente, come Capitano del Popolo nel 1273. La sua casata governò Mantova per il secolo successivo, rendendola prospera e ricca di bellezze artistiche. Il 16 agosto 1328, l’ultimo discendente della famiglia Bonacolsi, Rinaldo   fu destituito dalla famiglia Gonzaga e precisamente dal sessantenne Ludovico assieme ai figli. Luigi Gonzaga venne nominato podestà della città nel 1318 e venne eletto Capitano del Popolo. La famiglia  Gonzaga fece costruire nuove mura e cinque cancelli rinnovando l’architettura della città, ma la situazione politica di Mantova non si assestò sino al terzo signore della casata, Ludovico I riuscì a ottenere finalmente il potere per sé stesso eliminando i propri parenti. Attraverso il pagamento di 12 000 fiorini d’oro, Gianfrancesco I Gonzaga venne nominato Marchese di Mantova dall’imperatore Sigismondo di Lussemburgo.  Nel 1459 papa Pio II convocò una dieta di Mantova, cioè un congresso per indire la crociata contro i turchi. Il primo duca di Mantova fu Federico II Gonzaga  che ottenne il titolo da Carlo V d’Asburgo nel 1530. L’anno successivo, la famiglia acquisì il Marchesato di Monferrato per il matrimonio tra il suddetto  e Margherita Paleologa.  Federico commissionò la  realizzazione di Palazzo Te, luogo estivo alla periferia della città. Nel 1627 la linea diretta della famiglia Gonzaga si indebolì e lo stesso ducato declinò lentamente sotto il suo dominio passando sempre più sotto l’influenza dei Gonzaga-Nevers , un ramo francese della stirpe. La guerra di successione di Mantova e Monferrato ebbe inizio nel 1630 e in quell’anno l’armata imperiale costituita da 36 000 lanzichenecchi assediò e saccheggiò Mantova. portando con sé la peste. Questa grave epidemia portò alla morte di migliaia di persone; un trauma da cui la città non si riprese mai più. Ferdinando Carlo Gonzaga-Nevers era ungovernante non dotato di grandi capacità amministrative e interessato unicamente alle rappresentazioni teatrali e alla vita di corte, si alleò con la Francia nella guerra di successione spagnola.  Dopo l’ultima sconfitta, egli venne condannato per tradimento e costretto a trovare rifugio a Venezia  portando con sé molte opere d’arte spogliando così il palazzo ducale. Alla sua morte, avvenuta nel 1708, la sua famiglia perse Mantova in favore degli Asburgo d’Austria. I territori del Monferrato vennero ceduti al Ducato di Savoia.  Il ducato, nonostante l’accentuata tendenza accentratrice degli Asburgo, mantenne una limitata autonomia soprattutto amministrativa in seno al Ducato di Milano conservando proprie magistrature fino all’età napoleonica. Il territorio mantovano sotto l’Austria ebbe un proprio vicegovernatore luogotenente e un presidente. Era ripartito in otto preture, undici preture a giurisdizione limitata e  territori signorili dei principati  di Sabbioneta, Bozzolo e Castiglione delle Stiviere (fino al 1773).  Mantova venne per breve tempo unita al Ducato di Milano. Nel  1791,  l’imperatore Leopoldo II la restaurò al suo ruolo di amministrazione separata. La città subì ancora l’assedio dell’armata di Napoleone  nel 1796 e cadde nelle mani dei francesi l’anno successivo. Con il trattato di Campoformio, venne annessa alla Repubblica Cisalpina diventando parte del  Dipartimento del Mincio e cessando per sempre di esistere come entità territoriale indipendente.