Ciao a tutti
Oggi per chi come me è costretto a stare al caldo afoso della propria città lo vorrei portare con la fantasia e l’immaginazione guardando i miei scatti al fresco. Si proprio cosi oggi andiamo alla scoperta delle cascate di Candalla. Questo luogo incantato lo ho scoperto per caso nascosto nei monti della Versilia. Questo è un bellissimo paradiso che nasconde scorci speciali e torrenti con acqua gelida dove immergersi. Che dista pochi chilometri da Camaiore e si trova nelle alpi Apuane Meridionali. Intorno alla valle attraversata dal rio Lombricese s’innalzano montagne che dal basso delle gole sembrano ancora più maestose, con pareti di roccia imponenti.
Percorrendo il sentiero dopo pochi metri si vede già un ponte in pietra e la prima pozza profonda, molto frequentata perché facilmente raggiungibile. Qui è molto probabile incontrare qualcuno che fa il bagno e che si esibisce in spettacolari tuffi dall’alto. Continuando a piedi per il sentiero ci troviamo davanti un paesaggio a dir poco emozionante, superato il ponte, s’inizia a salire per un sentiero che poi si biforca: a destra si va alle pozze più interne di Candalla, a sinistra si prosegue verso Casoli. Il percorso a piedi è piacevole perché immerso nella natura e disseminato di ruderi. La suggestione è amplificata da una parete scoscesa che incombe sul sentiero. Sotto, dove scorre il torrente, è tutto un susseguirsi di pozze d’acqua fredda, cascatelle e piccoli canyon. Lungo il percorso s’incontrano diverse spiaggette di sassi, che da un anno all’altro possono cambiare a piacimento della natura. Qui si può ascoltare il rumore dell’acqua e magari immergervi in essa. Lungo il sentiero si scorgono le prime rovine che spuntano tra la natura rigogliosa sono di un vecchio mulino. Il tetto è crollato e anche il resto della struttura è abbastanza rovinato, ma la sua visione è comunque una specie di miraggio nel fitto del bosco. Proseguendo lungo il sentiero che a tratti si fa scivoloso, si arriva alla prima delle cascate di Candalla. Il sentiero, prosegue distaccandosi dal torrente e s’inoltra in una natura ancora più rigogliosa, fatta di alberi maestosi che s’innalzano verso il cielo. Per tutto il percorso, il rumore dell’acqua accompagna la fatica, in un eterno fluire poetico e rigenerante. Potreste anche imbattervi in qualcuno che fa torrentismo, mentre discende il rio Lombricese con i piedi nell’acqua.
Proseguendo, ci s’imbatte in altri esemplari di architettura avvolta dalla vegetazione, abbandonata alle intemperie del bosco. Si tratta di ruderi e rovine di quelli che furono i laboratori del passato, nati sul fiume per sfruttarne l’energia: opifici, mulini, frantoi, pastifici, polverifici sorti in prossimità del torrente Lombricese; i più antichi risalgono addirittura al XV secolo. Questo percorso in mezzo alla natura è cosi bello e suggestivo con un mix di natura e storia che si fondono assieme.