Ciao a tutti continuiamo la scoperta di una parte delle foreste casentinesi. Oggi scopriamo l’eremo di Camaldoli. La nostra scoperta inizia questa volta dal significato della parola eremo. Questa parola deriva dal greco e vuol dire deserto.
La struttura dell’eremo di Camaldoli si ispira alla spiritualità dei monaci che si ritirarono qui per vivere una vita di preghiera, silenzio, solitudine, lavoro e meditare nella propria cella.
L’eremo fu fondato nel 1025 da Romualdo. Il complesso è un insieme di celle eremitiche con una chiesa per la preghiera comune.
Inizialmente le celle erano cinque attualmente sono venti e si trovano oltre il cancello della clausura.
Oltre le celle si trova al suo interno alcuni luoghi comuni. una biblioteca, un refettorio, una foresteria.
Nel 1025 l’eremo venne costruito dal monaco Romualdo di Ravenna su un appezzamento di terreno ricevuto in dono dal Vescovo di Arezzo, zio della famosa Matilde di Canossa.
Il terreno si trovava in un luogo solitario dell’Appennino Tosco-Romagnolo. Romualdo interpreta la sua esigenza di una vita solitaria con una comunità di fratelli guidati da un priore e prevede oltre che momenti di solitudine alternati ad altri momenti da condividere in comunità.
La chiesa sorge nello spazio prima occupato dall’oratorio dedicato a San Salvatore Trasfigurato. La facciata risale al 1713.
L’edificio raccoglie molte opere che raffigurano scene di vita di San Romualdo.
Una delle cinque celle eremitiche è stata abitata dal suo fondatore San Romualdo. Questa celle ci ricorda la spiritualità del Santo. Visitandola ci fa capire la spiritualità dei suoi abitanti.
Essa è piccola il suo sviluppo è a spirale e costituita da un corridoio dove pregare e passeggiare, da qui si accede alla stanza dove abitava il monaco. Inoltre accede ad altri due ambienti: lo studio e una piccola cappella. La stanza centrale contiene un letto, un armadio. Il suo interno è rivestito in legno per isolarla dal freddo in quanto in questo luogo la neve faceva da padrona nei tempi passati. I monaci infatti vi si rinchiudevano durante l’inverno in clausura.
Circa venti anni fa fu aperta un cappella per la preghiera in un locale che prima era adibito a ghiacciaia. In inverno veniva riempita di neve che serviva per refrigerare il locale in estate.
Attualmente questa cappella chiamata del vaso di creta ha la funzione di tabernacolo. e sempre aperta sia per la meditazione che per la preghiera.
I monaci camaldolesi seguono la regola di San Romualdo. Qui infatti si attua la via contemplativa. Ogni monaco lavora e prega attento alla parola di Dio. L’eremo si colloca tra la vita in solitudine, in cella, e quello della vita comune, preghiera corale e pasti.
Attualmente la comunità è costituita da nove monaci.