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L’inizio dei lavori della ferrovia Cecina Volterra fu nel 1860 dal governo provvisorio della Toscana che si era appena sostituito al Granducato con un decreto dell’8 marzo 1860 che approvò in simultanea sia la ferrovia Cecina Volterra, che la ferrovia maremmana e di un tronco ferroviario che dalla stazione di Cecina in direzione saline di Volterra, con l’idea di allungarla fino ad allacciarla ad un’altra strada ferrata. L’anno successivo fu nominata un apposita commissione dal governatore generale delle province toscane per stabilire dove fosse stato più opportuno congiungerla. La prima ipotesi era la ferrovia Leopolda presso la stazione di Pontedera, l’altra era presso la stazione di Poggibonsi. Entrambi le ferrovie la maremmana e la Cecina Volterra furono inaugurate contemporaneamente il 20 ottobre del 1963 e gestite dalla società anonima delle strade ferrate livornesi. Una volta costituitosi il regno d’Italia i problemi alla costruzione delle linee ferroviarie regionali e provinciali vennero delegate alle amministrazioni locali che non riuscivano a trovarsi d’accordo a causa dei vari interessi e rivalità.Vari tentativi sono stati fatti per trovare dei compromessi ma nessuno trovò una soluzione nel corso del tempo furono realizzata ben nove progetti tra il 1863 1907 ma nessuno di questi progetti trovò la sua soluzione. Il mancato allacciamento pregiudicò la sua espansione rilegando la linea in un ambito locale. Pur vedendo un periodo di traffico passeggeri sostenuto a pari passo era anche il traffico merci che era sostenuto dalle industrie minerali di lignite, rame, legname, carbone. L’unica novità che vi fu in quell’epoca nel 1872 l’apertura di un tratto di linea ferroviaria dalla stazione di casino di terra alla miniera di lignite di Monterufoli ma durò molto poco perché nel 1928 venne chiusa e smantellata Per molto tempo si continuava a parlare di questo allungamento di linea. Molti ipotizzavano di allacciarlo alla ferrovia Poggibonsi Colle Valdelsa. Altri per una linea passante per San Gimignano ma alla fine nulla di fatto. Successivamente sembrava l’approvazione della linea Lucca Pontedera saline ma i lavori non furono mai avviati. L’amministrazione di Volterra esasperata dall’attesa per il prolungamento della linea in direzione del centro abitato si attivò per finanziare un collegamento diretto tra la ferrovia e il centro storico della città. Il Comune di Volterra reperì i fondi necessari tramite un mutuo cinquantennale con la cassa depositi e prestiti, per un totale di 1.300.000 lire. I lavori iniziarono nell’estate 1909 ma con i vari problemi del territorio si decise di adottare un sistema cremagliera pur mantenendo lo scartamento ordinario. La tratta saline Volterra raggiunse una lunghezza complessiva di 8.464,95 metri. Quando partiti da Cecina si arrivava alla stazione di Volterra Saline le carrozze erano agganciate da un altra locomotiva prima di procedere verso Volterra, mentre dal 1921 vennero adottate delle altre carrozze dotate di ruota dentata e freni a mano pneumatici Più sicure.
Per regolamento locomotiva era sempre posizionata in coda al convoglio con il muso sempre rivolto direzione di Volterra, indipendentemente dal senso di marcia del treno. Questo conferiva un’inusuale conformazione, con la locomotiva che in salita spingeva il convoglio e in discesa lo frenava. Giunto al regresso prima della stazione di Volterra, il treno si arrestava e invertiva il senso di marcia per accedere allo scalo ferroviario volterrano, con la locomotiva che trainava il convoglio La tratta saline Volterra ripagò le aspettative perché ricevete un notevole successo di traffico sia di passeggeri che di merci. Alcune volte all’occorrenza veniva integrato un vagone merci al treno passeggeri. Oltre le due corse giornaliere alcune volte venivano trasportati anche i vagoni cellulari al vicino carcere di Volterra. Il 22 ottobre 1925 su questa linea fu trasportata la carrozza reale in occasione della visita del re Vittorio Emanuele III a Volterra. Col passare degli anni e lo sviluppo dei mezzi di trasporto rese il treno a vapore sempre più inadeguato e nessun provvedimento fu adottato sulla linea saline Volterra. Il traffico su gomma prese sempre più campo. Questa tratta superò i tempi della seconda guerra mondiale senza riportare gravi danni ma il suo declino era avviato. La linea non era mai stata modernizzata, non era stata fatta l’elettrificazione e i costi di manutenzione erano molto alti e l’incessante concorrenza del trasporto su gomma fece sì che il 21 novembre novembre 1958 fu soppressa la linea. Successivamente disarmata dopo la soppressione del tratto di Volterra,. Nella restante tratta Cecina saline ciò che la sosteneva era il traffico merci ma nei decenni successivi anch’esso calò. Negli anni 80 la linea fu ammodernata con la sostituzione dei binari, di una nuova segnaletica ma il trasporto merci si era ridotto ai minimi e negli anni 90 fu soppresso. La ferrovia veniva considerata un ramo secco. Negli anni 90 questa linea interessava sempre meno a un traffico passeggeri. Venne disposto quattro coppie giornaliere di treni regionali solo nei giorni feriali esclusi i periodi natalizi ed estivi. Tranne la stazione di Cecina, le altre vennero trasformate in fermate. Sempre negli anni 90 la ferrovia fu interessata dal passaggio dei treni storici. Nel 2016 vennero effettuati degli interventi di ammodernamento e questi lavori hanno consentito di aumentare la velocità massima e diminuire i tempi di percorrenza, tre minuti meno dei bus sostitutivi. A causa dell’emergenza sanitaria nel marzo 2020 venne disposta la chiusura per la durata dello stato di emergenza da tale data la linea risulta sospesa a tempo indeterminato. Nel settembre 2023 sembra che ci sia da parte delle ferrovie l’intenzione di valutare il recupero del tracciato di saline Volterra.
Speriamo che questo accada.