Ciao a tutti oggi scopriamo un antico palazzo del centro storico di Firenze: il Palazzo Ginori.
nel lontano 1515 Carlo Ginori, acquistò tre edifici. Tra il 1516 e il 1520 e li unifico costruendo un unico palazzo ricordato fra i più notevoli del periodo. L’architetto che lo progetto fu Baccio d’Agnolo che già aveva lavorato per la famiglia Ginori L’imponente facciata si sviluppa su tre piani con un loggiato superiore. Le finestre a tutto sesto si osserva sui due piani mentre il piano terra si presenta con cinque finestre rettangolari. Il portone d’ingresso invece è in legno chiodato. Fino alla fine dell’ottocento il palazzo aveva la seggetta da via (La soggetta aveva la funzione di far riposare i nobili di passaggio in quella via) che il comune fece togliere. La facciata del palazzo fu decorata con pitture in chiaroscuro di cui oggi non resta traccia purtroppo.
Fra il 1691 e il 1694 il palazzo fu ulteriormente ampliato grazie all’acquisto di una casa che si affaccia su di urto orto. Il nuovo palazzo che fu ampliato sulla parte posteriore era circondato su tre lati da un giardino. Inoltre fu realizzata una loggia con arcate. Nella metà del settecento il palazzo fu ulteriormente ingrandito e in questi anni conobbe un particolare splendore qui venivano ospitati principi e tenuti ricevimenti e feste. In questo periodo fu creato un laboratorio di chimica e fisica dove con i primi esperimenti portarono alla fondazione della storica manifattura di porcellane di Doccia grazie all’opera di Carlo Ginori. Con il passare del tempo cortile del palazzo fu restaurato subendo un grande cambiamento venne ripavimentato con lastre di marmo e chiuso da un lucernario in ghisa e cristallo. La scala, che dal cortile saliva ripida e stretta, fu eliminata e sostituita, da un’altra più monumentale che gira le sue dieci larghe e comode rampe attorno ad un grande vano centrale. Queste trasformazioni, dettero al cortile l’aspetto di un ambiente abitabile. Una bella fontana marmorea, risalente al Cinquecento, è collocata al centro del cortile. Su di una parete è collocato un cartellone stemmato con le armi Ginori – Minerbetti mentre sulla parete adiacente è stato sistemato un affresco staccato proveniente da un tabernacolo di Sesto Fiorentino, raffigurante l’“Incoronazione della Vergine”. Sulla parete di fondo è da osservare la lente ustoria, di fattura fiorentina, che servì per fare i primi esperimenti di lavorazione della porcellana: sistemata un tempo sul tetto del palazzo, la lente veniva orientata verso il sole, in modo tale da dirigere i raggi solari per la fusione delle terre e creare la prima porcellana attraverso impasto particolari.
Nel 2003, il cortile ha subito un importante restauro durante il quale sono stati ritrovati gli originari colori settecenteschi: il delicato verde salvia sulle pareti e il rosso pompeiano sul fusto delle colonne.