Ciao a tutti oggi scopriamo un paesino dolomitico: San Candido Il nome del paesino deriva dal ladino nella forma di San Ciana. San Candido si trova al di là dello spartiacque alpino ed e attraversato dal fiume Drava, affluente del Danubio per cui è uno fra i pochi comuni italiani che appartengono al bacino idrografico del Danubio. Il borgo risale circa all’anno mille a.C. In seguito intorno al quarto secolo a.C. vi si insediarono i Celti che fondarono in piccolo villaggio. I Romani riadattando alcuni percorsi costruirono delle strade. Da San Candido passava la strada che attraverso la Val Pusteria collegava la Iulia Augusta che lungo la vallata conduceva verso Vipiteno e attraverso il Brennero ad Innsbruck. Qui nel borgo nacque la più importante mansio (area di sosta) lungo la via romana. Verso la fine del sesto secolo vi furono degli scontri fra la popolazione dei bavari e degli slavi che distrussero l’insediamento di San Candido. Il borgo di San Candido, si è sviluppato attorno all’omonimo monastero. Per secoli la dipendenza dal punto di vista ecclesiastico rimase alla diocesi più antica della Baviera. L’Imperatore del Sacro Romano Impero, Ottone I di Sassonia concesse a San Candido l’immunità, ciò significò che il borgo era “indipendente dall’impero”. Il territorio di San Candido nel tardo medioevo ebbe la sua massima estensione. Alcune famiglie di agricoltori provenienti da San Candido colonizzarono nel corso del XIII secolo alcune località vicino all’attuale Slovenia. Il re Alberto d’Asburgo , concesse a San Candido il 15 luglio 1303 il diritto di essere un comune di mercato. Nel 1554 scoppiò un incendio che distrusse l’intero paese, dato che la maggior parte delle abitazioni erano costruite in legno. Intorno alla metà de quattordicesimo secolo il tentativo di fare del paese un centro commerciale lungo la via per la Carinzia ed il Cadore fu contrastato dai Conti del Tirolo che non vollero che si creassero rivalità economiche con la vicina Lienz. Fu così che San Candido rimase soprattutto un centro religioso, gravitante attorno alla Collegiata, che nei secoli ha attratto migliaia di pellegrini. Il centro storico è quindi caratterizzato da numerosi luoghi di culto, oltre che da case signorili. Negli anni precedenti il primo conflitto mondiale, San Candido godeva di un’economia prettamente turistica, che finì con lo scoppio della guerra. Con lo scoppio della guerra San Candido si ritrovò nelle immediate retrovie del fronte, diventando così centro ospedaliero. Nella spartizione, del 1918 fra Italia e Austria, San Candido sarebbe teoricamente dovuta rimanere all’Austria, trovandosi al di là dello spartiacque alpino ma per ragioni militari fu assegnata all’Italia. La presenza del confine portò anche la presenza di una schiera di funzionari italiani: Guardia di Frontiera che attualmente non esiste più. uffici doganali, una stazione di Carabinieri, la Guardia di Finanza. Lo stemma della cittadina mostra una torre d’argento di due palchi, aperta di nero e saracinesca d’argento; sopra il portale, uno stemma d’azzurro, raffigurante la testa di un moro, coronato di un diadema d’oro. La torre è posata sul verde della campagna con lo sfondo rosso. Lo scudetto con la testa di moro coronata ricorda che la località un tempo era sotto il dominio dei vescovi di Frisinga. Lo stemma fu concesso dal re Alberto d’Austria nel 1303.
Passeggiando per il paese possiamo osservare molti monumenti religiosi fra cui: la Collegiata di San Candido, il complesso è considerato il più importante monumento romanico costruito sopra il monastero per convertire gli slavi della zona. Alla fine della via principale possiamo vedere la Chiesa in stile romanico di San Michele riadattata nel 1700 in stile barocco. L’edificio fu più volte distrutto negli anni.