La villa sorge su un poggio vicino alla foce di un fiume. L’edificio fu costruito dalla famiglia Pucci intorno al ‘500 e in seguito fu ceduto con atto di permuta al Conte Orlandini del Beccuto di Firenze.
Purtroppo il conte fu sommerso dai debiti e fu costretto a cedere la villa, il podere e la fattoria ad un importante signorotto della zona: Amedeo dal Vivo. Il nuovo proprietario fece ristrutturare sia l’esterno che l’interno della proprietà. Nel 1849 quando fu inaugurata la ferrovia Siena-Empoli, non era prevista alcuna stazione ferroviaria nelle vicinanze della villa e, il nuovo proprietario, grazie alla sua influenza finanziaria, fece costruire dalle ferrovie della Stato una stazione in piena regola così da permettergli di raggiungere la villa senza tante complicazioni di viaggio.
In epoche più recenti, la villa passando di erede in erede giunse fino ad un’anziana signora che, con i suoi sforzi, riusciva a mantenere la villa in ottime condizioni, ricordando i fasti passati. Alla sua morte, non avendo figli, la villa passò in mano ad un nipote che aveva il vizio del gioco. Proprio a seguito di questo vizio, per risanare la sua situazione economica, svendette la villa ad una società di Milano. I loro progetti erano quelli di restaurare la fattoria in modo da ricavare moderni appartamenti. Con la crisi economica, però, il ricavato non è stato sufficiente per permettere il restauro della villa, che è attualmente in uno stato di abbandono.