Non si conosce con esattezza la storia che circonda l’origine del complesso architettonico di Villa Sbertoli: secondo alcune storie questa villa patrizia fu acquistata dal prof. Agostino Sbertoli per creare una casa di cura per malattie mentali, mentre secondo altre questa struttura sarebbe sempre stata di proprietà del dottore al quale sarebbe nato un figlio affetto da gravi patologie mentali e che, per questo motivo, trasformò la struttura in un ospedale per poter curare il figlio in un ambiente a lui familiare e gradevole.
Successivamente il manicomio fu ampliato in quanto il professore decise di dividere i pazienti in base al sesso e alla tipologia di malattia.
Un giardino circonda tutti gli edifici mentre al suo interno si respira un aria cupa e misteriosa. Una leggenda narra che il pianoforte che si trova all’interno del salone principale, durante la notte, inizia a suonare una misteriosa melodia che aleggia in tutto l’edificio. Il manicomio è praticamente rimasto come allora ed è possibile vedere degli affreschi di alcune stanze, che pare siano stati raffigurati dai pazienti stessi, e respirare il loro dolore raffigurato sulle pareti con colori accesi che hanno molto da raccontare.